di Maria Arena, Italia, 2024, 102′
Nel 1991, la band indie degli Uzeda spedisce una demo a Steve Albini. Il produttore discografico di Chicago scomparso da poco, una leggenda della scena alternativa americana e già leader di alcuni dei gruppi più radicali nella storia del rock, risponde alla chiamata e vola a Catania per registrare con gli Uzeda l’album Waters. È l’inizio della svolta per gli Uzeda, che registrano per la BBC e vengono chiamati a suonare in tutto il mondo. Ma, alla fine di ogni tour, tornano sempre a casa, nella loro Catania. La storia di un’ascesa che, al suo cuore, scava nel quotidiano di un fenomeno musicale e nello specifico contesto geografico che l’ha generato.
Lab 80 distribuzione - Dopo l’anteprima di giugno al Biografilm Festival, arriva finalmente nelle sale Uzeda – Do It Yourself, il documentario di Maria Arena sulla storia di sogni, sacrifici e indipendenza della noise band siciliana, che nel 1991 spedisce dalla Sicilia un proprio demo a Steve Albini, leggendario e ricercatissimo produttore di Chicago.
Sembra un salto nel buio e invece è la giusta intuizione, l'incontro che segna l'inizio di un sodalizio artistico destinato a trasformarsi nell'amicizia di una vita, sino alla recentissima e improvvisa scomparsa di Albini. È proprio lui l'uomo giusto al momento giusto, quello in grado di cogliere al volo la scintilla che anima la musica del gruppo per rispondere subito ‘va bene, lavoriamo insieme’ e poi volare a Catania a registrare il loro album 'Waters'. È la svolta: individuato il sound a loro più congeniale grazie all’aiuto del nuovo collaboratore ed amico, gli Uzeda registrano due Peel Session alla BBC, vengono scritturati dalla storica etichetta indipendente di Chicago Touch & Go e album dopo album rafforzano sempre più la loro fama.
Il film Uzeda – Do It Yourself ripercorre tutte queste tappe della loro carriera artistica e analizza la vicenda umana dei vari protagonisti, la dedizione alla causa, i percorsi di vita condizionati dall’esigenza di sacrificare tempo e denaro per alimentare la passione per la musica. Una storia che è già tutta scritta nel nome: Uzeda, come la porta barocca che nella loro Catania si apre sulla piazza del Duomo, scelta che rivela l’inscindibile legame con la propria città e la propria terra, la Sicilia, crocevia di culture mediterranee nel quale però non ti aspetteresti di incontrare questi suoni ruvidi e contorti, sofferti e oscuri.
Girato fra il 2016 e il 2020, il film presenta materiale di repertorio, sequenze in cui i componenti del gruppo vengono ritratti nel loro quotidiano, la storia dei dischi pubblicati e le immagini tratte dai loro concerti, fra cui spiccano quelli del 25 e 26 maggio 2018 all'Afrobar di Catania in occasione del 30° anno di attività della band, quando scelsero di esibirsi a fianco delle band a loro più affini: Three Second Kiss, The Ex, Shellac, Black Heart Procession e i June of 44, riunitisi per l’evento.
Presente e passato, dolori e gioie, pause e ripartenze si susseguono nella narrazione, sempre mantenendo ferma la loro volontà di rimanere indipendenti, distanti dalle logiche di mercato, saldamente ancorati alla loro terra e a una quotidianità che poco o nulla ha a che spartire con i cliché della classica rock band. Prima dei social, prima di Bandcamp, prima dei contest e degli Euro contest, quando ancora le informazioni circolavano con relativa lentezza in un mondo tutt’altro che iperconnesso e l’etica del “do it yourself” definiva una precisa scelta di campo, sociale e politica