di Kon Ichikawa, Giappone, 1956, 116′
con Shoji Yasui (Mizushima), Rentaro Mikuni (capitano Inoue), Tatsuya Miyashi (comandante della fortezza), Yunosuke Ito (capo villaggio), Taketoshi Naito (Kobayashi), Jun Hamamura (Ito), Shunji Kasuga (Maki), Akira Nishimura (Baba), Hiroshi Tsuchikata (Okada), Tanie Kitabayashi (la vecchietta).
Un reggimento dell’esercito imperiale giapponese s’arrende alle forze britanniche in Birmania alla fine della Seconda guerra mondiale e trova armonia attraverso il canto. Un soldato semplice, creduto morto, diventa monaco buddista e scopre l’illuminazione spirituale. Magnificamente girato in silenzioso bianco e nero, è una meditazione lirica ed eloquente sulla bellezza che convive con la morte e rimane una delle dichiarazioni antimilitariste più travolgenti dell’intero cinema giapponese.
Introduce e commenta maddalena Colombo
Cena a tema su prenotazione preparata da Greta Isella:
20 € acqua e caffè inclusi, prenotazioni entro il 15 gennaio via whatsapp al numero 327 8399417
Greta Isella - La passione per il cibo è nata fra l'orto di casa e i fornelli mentre studiava filosofia da ragazza. Poi ha deciso di fermarsi in cucina dopo la laurea, anche se fermarsi non è il verbo più appropriato: in proprio e come dipendente, ha cucinato per locali, gastronomie, laboratori e scuole, spaziando dalla cucina vegana al sushi, alle preparazioni per i più piccoli, alla cucina fusion. Le esperienze formative degli ultimi anni, tra atelier del cibo con bambini e famiglie, formazioni ed indagini sul gusto hanno reso la sua cucina ancora più eclettica. Amica e collaboratrice del Bloom dall'epoca dell'università, torna per proporre ricette e condividere la propria esperienza con chi come lei ha la passione per la cucina.
Mymovies.it - A partire da un romanzo omonimo di Michio Takeyama (molto noto in Giappone) e grazie alla sceneggiatura della moglie Natto Wada (con cui collaborerà fino al 1965) Ichikawa realizza il suo capolavoro a dieci anni dalla fine del conflitto senza mai citare le atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Immerge sin dall'inizio, nel rosso della terra birmana, il suo film in bianco e nero mettendo al centro il canto e la musica come elementi sonori fondamentali per esprimere la pietas che è necessaria per avvicinarsi agli esseri umani coinvolti nel massacro bellico.
Sentieri Selvaggi - Ichikawa detta un movimento lento, meditativo, fatto di piani fissi e lunghe inquadrature, teso a portare lo spettatore a porsi dei quesiti etici. Quale è la nostra responsabilità in questo universo di violenza? È la stessa domanda che si pone il soldato Witt (Jim Caviezel) ne La sottile linea rossa di Malick. Il personaggio della vecchietta e del bambino orfano sono esemplificativi del ruolo della solidarietà nel momento della difficoltà. Mizushima è dibattuto tra il volere ritornare in Giappone e il restare in Birmania a fare da testimone consapevole di un universo naturale violato dalla crudeltà umana. Il libero arbitrio diventa una scelta esistenziale che scorre sui binari della Fede: avere cura dei morti significa avere rispetto di ogni vita umana. Il pappagallo sulle spalle del bonzo è invece la voce della coscienza che comincia a farsi sentire proprio quando si è al culmine della disperazione.