di Jacques Audiard, USA, Messico, 2024, 130′
con Zoe Saldana, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz, Edgar Ramirez
Rita è un avvocato al servizio di un grande studio, più interessato a scagionare i criminali che a consegnarli alla giustizia.
Un giorno riceve un'offerta del tutto inaspettata: aiutare un potente boss del cartello messicano della droga a ritirarsi dai suoi loschi affari e sparire per sempre.
L’uomo ha in mente di attuare il progetto su cui lavora da anni: diventare la donna che ha sempre sognato di essere.
Insoddisfatta del suo lavoro, Rita decide di accettare l’incarico, ignara del fatto che questa scelta cambierà per sempre la vita di molti.
Mymovies - Emilia Pérez è un film a misura di Jacques Audiard: smisurato, enfatico, barocco, imprevedibile. (...) È uno spettacolo che si reinventa continuamente, un film pieno e generoso, a fior di pelle, di un'empatia totale, di un humour feroce e un senso consumato del tragico. Le giunture saltano e Jacques Audiard mescola le carte con gli ormoni, raccontando i destini musicali di un temibile boss pentito e del suo alleato avvocato, arenata in un mondo di uomini.
FilmTv - Nonostante tutti i tentativi di auto-deragliamento, Emilia Pérez rimane un miracolo cinematografico dal primo all’ultimo minuto.
Racconta con pathos i vecchi e i nuovi problemi delle donne, abbattendo con naturalezza – e senza paternalismi né prediche – le barriere dei costrutti di genere. Stiamo parlando di un musical (nel quale si sente l’influenza di Hamilton) che riesce quasi a far dimenticare la propria natura inevitabilmente artefatta. Merito anche, se non soprattutto, di un cast femminile che nella sua interezza – le co-protagoniste Karla Sofía Gascón (Emilia) e Zoe Saldaña (Rita), ma anche l’antagonista (ma solo per mancanza di comunicazione) Selena Gomez – ha vinto meritatamente un premio collettivo a Cannes.
Cineforum.it - È un film sul denaro Emilia Pérez, sul suo potere di corruzione e salvazione. Audiard è spietato, non cinico, brutale, crudele, e non nasconde mai che tutto ciò che Emilia e Rita ottengono è il frutto della fortuna di Manitas. Non c’è niente di pulito, nemmeno la prigione dorata dei bambini, l’incontro d’amore di Emilia con Epifanía, l’azione di volontariato. Tutto è marchiato dal Male.
(...) È un film sulla tragedia sociale del popolo messicano che vive tutti i giorni la dittatura dei narcos e le discriminazioni di genere, e insieme sulla forza soprannaturale dell’animismo che feconda e infervora la religiosità popolare.