di Icíar Bollaín, Spagna, Italia, 2024, 112′
con Mireia Oriol, Urko Olazabal, Ricardo Gómez, Font García, Mabel del Pozo
Nel 2000, Nevenka Fernández trova il coraggio di denunciare per molestie sessuali il suo capo: il sindaco di una cittadina della provincia spagnola. In un’epoca in cui quasi nessuno osava farlo, la sua voce ruppe il silenzio e aprì una breccia nel muro dell’impunità.
Il caso di Nevenka fu solo l’inizio di una lunga battaglia contro l’isolamento, il discredito e un sistema patriarcale che ancor oggi protegge il potere. Icíar Bollaín firma un’opera viscerale e necessaria, che illumina le zone d’ombra della società e restituisce dignità a una donna che ha pagato un prezzo altissimo per dire la verità.
Il film è in versione originale spagnolo con sottotitoli.
Mymovies.it - Non si tratta, è bene chiarirlo, di un film di impianto giudiziario. In aula si va solo nella parte finale. Veniamo messi di fronte a un serpente le cui spire si avvolgono progressivamente intorno alla vittima cercando di soffocarne, fino all'annullamento, le possibili reazioni. Ciò che però rende ancor più interessante la vicenda è che in parallelo assistiamo alle malversazioni sul piano politico di cui Nevenka si rende conto e che cerca di ostacolare. Ha contro però un'opinione pubblica che preferisce non vedere, per tornaconto o per ingenuità.
Film dalla consistente tenuta narrativa Il mio nome è Nevenka ci ricorda ancora una volta che il facile e superficiale giudizio (non solo maschile) di fronte a questi casi necessita ogni volta di azzeramento. Per comprendere le dinamiche assumendo la giusta distanza dalle prese di posizione aprioristiche o (oggi perché all'epoca non erano ancora presenti) dai giudizi sommari dei social.
Cineuropa - (...) un lungometraggio che unisce elementi di thriller, horror psicologico e dramma familiare e sociale. Perché, accompagnando la protagonista in ogni momento con la macchina da presa, il film cerca l'empatia dello spettatore con questa vittima di una situazione stressante, paralizzante e folle che l'ha travolta e ha causato tanti danni, sentendosi sola di fronte a un pericolo che la vile società circostante non voleva vedere. Il film – realizzato in modo impeccabile, ma con una certa tendenza al film per la tv e con pochi rischi nella messa in scena – fa appello, con rispetto e tensione drammatica, alla dignità delle persone fin dal titolo e alza la voce (come altre opere recenti) contro gli abusi, le molestie e la violenza sessista che, purtroppo, non smette di fare notizia.