di Shih-Ching Tsou, Francia, GB, Taiwan, USA, 2025, 109′
con Akio Chen, Brando Huang, Chao Xin-yan, Janel Tsai, Ma Shih-yuan, Nina Ye
La famiglia della piccola I-Jing torna a Taipei dopo diversi anni. Mentre la madre single fronteggia i debiti gestendo un chiosco in un vivace mercato notturno e la sorella maggiore contribuisce con un lavoretto part-time, la bambina esplora con meraviglia la nuova vita cittadina: le strade, le bancarelle, le luci della metropoli. Ma perché disegna con la mano sinistra? Il nonno non vuole, dice che quella è una mano malvagia. Questo singolare divieto darà il via a una serie di vicende incredibili e inaspettate: con quella mano, I-Jing arriverà a ribaltare le sorti della sua famiglia e a sfiorare un segreto ben custodito. Shih-Ching Tsou, dopo il lungo sodalizio con il premio Oscar Sean Baker (produttore, co-sceneggiatore e montatore del film) firma un esordio potente e indimenticabile, una storia intima e urbana tra tradizione e modernità.
FilmTv - Left-handed girl è un film vitale, che scaccia la facile retorica e sa raccontare un dramma di vita stemperando ogni sentimentalismo dolciastro e dando al racconto ritmo e verve tipiche della formazione stilistica e narrativa del cinema di Baker, abile da sempre nel raccontare storie anche drammatiche con schiettezza ed un ritmo distante da ogni facile ricatto emotivo.
Quinlan.it - Nulla di particolarmente nuovo, per carità, ma declinato attraverso un autentico (o comunque percepito come tale) interesse per i personaggi e la materia narrata. La condizione femminile del Paese è presentata attraverso una miriade di personaggi secondari: dalla nonna che, per sentirsi ancora viva e utile, si rende complice di una tratta migratoria clandestina tra la Cina e gli Usa, alla moglie tradita del principale di I-Ann, disposta a comprare un figlio altrui purché maschio. Tutto avvoltolato in una scansione degli eventi che non si concede pause e che avvince lo spettatore, rendendo in questo visibile e trasparente la sua “ascendenza” occidentale.
Mymovies.it - Nina Ye, la giovanissima attrice che interpreta I-Jing, ha del prodigioso per le sfumature che riesce a cogliere, tanto nei momenti di entusiasmo infantile che in quelli di confronto con una realtà ostile e inafferrabile. La macchina da presa di Tsou sposa quasi sempre il suo punto di vista e si pone ad altezza di bambino, inseguendo I-Jing nel mercato notturno di Taipei o in escursioni per la città condotte nella totale trascuratezza di madre e sorella. Questa ingenuità della soggettiva è insieme il punto di forza e di debolezza di un film gradevole, con un cuore da bambino.